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Che voce ha il tuo intuito?

Credo davvero che tutti gli esseri umani abbiano forti capacità intuitive. Solo che per la maggior parte di noi è sotterrata dal rumore che fa ad esempio il parlarci in un certo modo. Quel bellissimo dialogo interiore in cui molti sono campioni olimpici! Ormai non conto più le volte che ho sentito e continuo a sentire persone convinte di essere meno di ciò che sono, o di non avere le capacità o le potenzialità per realizzare ciò che desiderano. Bastano poche domande mirate per far crollare queste certezze e per rimettere a fuoco quello che davvero serve: ascoltare il proprio intuito.

L’ipersensibilità emotiva nei gifted è quella caratteristica che ci rende particolarmente ricettivi e reattivi alle emozioni, e che emerge spesso anche attraverso l’empatia. Quando entriamo in una stanza con altre persone, possiamo cogliere le sfumature degli stati emotivi degli altri, e se non siamo allenati facciamo fatica a gestirne l’impatto, quando troppo repentino e forte.

Per questo può essere utile allenare l’intuito, affinché ci sostenga nella scelta di cosa fare o di come possiamo riuscire a gestire gli imprevisti.

Ma anche per imparare a saperci per come siamo realmente, istante su istante.

Una cosa che mi è capitata recentemente è stato di rendermi conto che, in un momento particolarmente difficile, quello che provavo veramente non era paura, ma giudizio verso me stessa perché – in realtà – non la stavo affatto provando.

Crescendo, ho imparato che le difficoltà si affrontano partendo dal sentirne paura. Se ho paura, vuol dire che mi sto occupando della questione. Se ho paura, posso bloccarmi o muovermi, ma in ogni caso reagirò. E reagire è in qualche modo identificato come un fare.

Non c’è molto di sano, in questa modalità, eppure ho dovuto fare appello al mio intuito per capire cosa stava veramente accadendo. Perché mi sentivo non allineata, non coerente e solo quando mi sono concessa il tempo di ascoltarmi veramente, di chiedermi cosa stavo provando, cosa davvero stessi sentendo mi sono resa conto che mi sentivo sbagliata perché non stavo provando la giusta dose di paura.

Ironico vero? Ma soprattutto, avete idea di quanta energia stavo mettendo in quel giudizio?! Tantissima, credetemi! E siccome io invece ho deciso che con la mia energia voglio fare solo cose belle, divertenti, leggere e utili ad un sacco di persone, da quel momento in poi quel giudizio se n’è andato al diavolo. E benvenuto intuito che mi racconta che sto facendo le azioni giuste per realizzare ciò che desidero.

Non si tratta di magia o di chissà cosa di difficile o di assurdo. Si tratta di allenare il nostro modo di ascoltarci, di imparare a domandarsi sempre più spesso: come sto? Cosa sto provando in questo momento? Questa situazione mi piace oppure mi fa stare scomoda?

All’inizio le riposte che arriveranno potranno essere giudizi (“Ecco! Ti sei messa le scarpe sbagliate e adesso ti fanno male i piedi!”), e il nostro dialogo interiore magari non sarà ancora dei migliori (“Sei il solito cretino: lo sai che partecipare a questi eventi aziendali è una cosa che odi, che ci fai qui?!”), ma provando a vederli come tante nuvole che il vento porta via, piano piano arriveranno le nostre vere percezioni, e impareremo a “sentire” prima se una cosa ci farà bene oppure no, se davvero vorremmo andare a quella festa o se invece preferiremmo rimanere a casa.

Vale la pena provare!

(Foto di Leio McLaren (@leiomclaren) su Unsplash)

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