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Se non sai cosa vuoi, come fai ad ottenerlo?

Qui trovi l’articolo in inglese.

Mi chiedo spesso come possiamo capire cosa vogliamo, per riuscire ad ottenerlo, che sia nella vita personale come negli studi e nel lavoro. Metodi, tecniche e strategie? Sono solo una parte del processo, del proprio evolversi. Una delle tappe possibili da percorrere. E poi c’è da fare i conti con il talento.

È una cosa strana il talento, secondo me. Per i gifted, è parte di una densità multicomponenziale sin dalla nascita eppure spesso è difficile da vedere, comprendere e da tradurre in azioni e futuro. È qualcosa che ti definisce agli occhi degli altri ma che qualche volta ci fa sentire come se avessimo vinto ad una lotteria a cui non abbiamo mai scelto di partecipare, mentre guardiamo alla vita degli altri come a qualcosa che sarebbe bello avere, ogni tanto.

Talento è scelta?

Forse si, almeno una parte.

Scelta di allenarsi, di andare a caccia delle opportunità, di tenere sempre aperta la mente soprattutto nei momenti in cui tutto rema contro.

Scelta di crederci, accanto a chi lo fa con noi o malgrado chi non lo fa per noi.

Scelta di fare, anche quando non sai né come né cosa.

Nella scelta nasce la passione. Nello scegliersi ogni giorno, per ciò che si è e per quello che si ama fare, c’è tutta la passione di andare avanti, di non mollarsi e di realizzare i propri sogni.

Elisa Bianchi è esattamente così. Una giovane donna che ha un grande talento e che già con il suo primo singolo, secondo me, sa ben mostrare chi è.

Il talento di essere giovani

Chi mi conosce sa quanto ami l’energia dei giovani, quanto creda nel dare loro sostegno incondizionato, che a volte significa semplicemente esserci e lasciare che vivano tutti i fallimenti possibili per imparare davvero a trovarsi nella vita che vogliono.

Ecco perché, dopo aver ascoltato per la prima volta Elisa, è stato bellissimo poi chiederle di scrivere la sua voce più profonda con le parole che preferiva.

Perché ascoltare un giovane talento come lei significa darle spazio di poter arrivare anche ai suoi coetanei e ai ragazzi più giovani, di raccontare cosa c’è dall’altra parte dei dubbi, delle domande, delle insicurezze. E cosa ci può essere da lì in poi, quali i colori, le note e le sfumature la vita può prendere solo a provarci.

E significa anche imparare tutti un po’ a guardare le cose con occhi nuovi, magari riprendere in mano quel sogno che è fermo lì, da qualche parte, e iniziare a dirsi che, alla fine, l’essenza di tutto sta nelle scelte che facciamo.

Io ho scelto Elisa per voi.

E si, anche un po’ per me.

Buona lettura!

“Il talento non è nulla. Nel migliore dei casi è uno sfogo, senza passione. Ciò che rende la vita un gioiello, che la rende degna d’esser vissuta, nonostante i mille dolori, è, sola, la passione. Ho imparato a scrivere, a suonare, ad amare, a cantare, solo grazie a lei. Il talento non può essere insegnato, la passione è il primo insegnamento che io abbia mai ricevuto. Il suo valore è intriso nei pittori con le mani e le mura di casa sporche di vernice, nei cantanti che perdono la voce, negli scrittori con i calli alle dita.

Sono solo mie credenze forse, ma almeno io credo in qualcosa. Ho qualcosa che non mi abbandonerà mai, che mai mi tradirà. E mi aiuta, mi fa rialzare ogni giorno, ad ogni piccola o grande delusione.

Appena arrivata a Londra, il 19 settembre 2020, mi ha assalito un terrore devastante; e no, non mentirò mai al riguardo. Non stavo bene: non mi sentivo mai al sicuro, mai libera di sentirmi serena. La mia prima settimana ho pianto tanto, e non è da me. Ciò che ti fa rialzare, però, è sempre la passione. Dal non riuscire a cantare affatto ho pian piano ripreso in mano la chitarra, e, un mese dopo, un nuovo pezzo era già nato. Ti rendi conto davvero che appartieni a certi luoghi, e forse anche più di quanto pensassi.

Si, io appartengo a questo luogo, più che alle persone. Non c’è nulla di sbagliato nella solitudine, io credo. Durante i miei anni di liceo ho perseverato nel comprendere quale fosse il bene e il male per me. Non è semplice: se ci pensi, ti rendi conto che si intersecano continuamente, e ti lasciano confuso nel mezzo, ad accettare qualsiasi cosa ti si presenti sotto gli occhi. Ora so che il male e il bene sono concetti troppo ampi per essere analizzati nel dettaglio. Ciò di cui ho bisogno è un quadro generale che sia solo bene per me, anche se al suo interno si nasconde anche tanto dolore, nostalgia, rimpianto.

Se potessi parlare con la me di 4/5 anni fa, probabilmente non le rimproverei nulla. La avviserei solo che è inutile analizzare ogni dettaglio, è inutile ripensare ai progetti continuamente, e non dormirci la notte. Le direi di riposare finché può, perché il suo futuro è già là che aspetta: si, le direi che il suo unico compito è non mollare mai quella passione. Non dimenticare mai le sere passate sul letto ad ascoltare la sua mamma suonare la chitarra, non dimenticare i primi concerti nelle orchestre, non dimenticare mai nemmeno il primo amore. Perché tutti quei ricordi sono la prova che l’emozione vince sul nulla; che è meglio stare profondamente male, piuttosto che non provare nulla. La vita è un film, e noi siamo i registi. Tutta questa gente che corre per le strade non è altro che una compagnia di attori, che si scambiano ruoli continuamente. Sicuramente, dunque, se potessi parlare con la me di qualche anno fa, le direi di prendere presto decisioni definitive, e di non aver mai paura.

Negli ultimi tempi (soprattutto negli ultimi mesi in Italia), ho incontrato non so quanti ragazzi in crisi per la scelta dell’università, e questo un po’ mi sconvolge. Tanti di questi sembravano essersi improvvisamente dimenticati la loro identità, e continuavano a tartassarsi con domande assurde (“chi sono io?” “Ma c’è qualcosa che davvero mi piace?”). Sembravano talmente spaventati dalla decisione da essersi dimenticati il loro passato, i ricordi, le immagini e le persone. Sono cose che capitano, è normale in fondo. A quel punto però non puoi abbandonare tutto e prendere una scelta affrettata o dettata dalla sola paura. Ciò che puoi fare, se non riesci a ricordare chi sei, è reinventarti. Innamorati di nuovo e ama la vita; riprendi da dove ti eri fermato, perché sei tu il regista, e nessuno ti darà mai direttive sul film che solo tu puoi creare.

Io, per il mio personale film, mi sono fatta ispirare. I miei genitori sono stati i primi: esempi importantissimi, fondamentali. Un sostegno costante, qualcuno su cui tornare sempre.

Quando ho iniziato a suonare la chitarra, a scrivere canzoni, a suonare live…non c’è stato un momento in cui abbiano dubitato di me. Sono cose che ti formano, che ti insegnano a rialzarti sempre. Mai smettere di lottare…non è certo semplice; ma se lo fai per qualcuno che lo merita…quella è tutta un’altra storia.

E poi, quando, in uno dei miei primi live, mi è stato proposto (dal mio attuale produttore) di registrare un EP, ho colto l’occasione al volo. Grazie a quella opportunità oggi ho qualcosa in mano. Un singolo, “Dance with me”, che per me è un inizio meraviglioso.

Poter condividere così tanto è un privilegio. Scrivere canzoni è un conto, ma pubblicarne è veramente altro. Tantissimi da Como mi hanno scritto nei giorni successivi l’uscita del singolo, ed è stato davvero commovente.

Allo stesso tempo, tantissimi ragazzi qua a Londra mi hanno aiutata a conoscere la città, mi hanno accolta al meglio. Grazie ad una ragazza londinese che mi ha prestato la sua macchina fotografica ho realizzato il video che ora è su YouTube, e a girare la città, alla ricerca dei luoghi adatti, di immagini che rappresentassero la mia vita qua, è stata un’esperienza che mi ha insegnato moltissimo.

Sto imparando più che mai, ad essere sincera. Non passo le giornate sui libri, non leggo spesso a dire il vero…ma non conta. Ciò che sto imparando davvero ora è vivere: vivere per conto proprio, contando sulle proprie forze. Non si tratta di diventare adulti, o di crescere…si tratta di affrontare una sfida dopo l’altra, rimanendo in fondo gli stessi di sempre.

Non cambiare mai, imparare sempre.

“Non cambiare per nessuno”: queste le parole che proprio ieri mia nonna mi ha rivolto per telefono prima di darci la buonanotte. Presa dai miei mille impegni, non la chiamavo da un paio di settimane circa, e quelle parole mi hanno scaldato il cuore. Grazie a lei, grazie ai miei genitori, grazie ai miei amici, grazie al mio produttore, e poi grazie a chiunque abbia trovato 3 minuti per sentire il mio primo singolo o guardare il video su YouTube, perché, grazie a loro, ora so che mi aspettano tante, tantissime sfide.

E si, posso dire in completa sincerità, che non vedo l’ora di affrontarle: perché è vero, la vita non è altro che una sfida.”

Alcuni sogni sono davvero “impossibili”. Ma molti no. Saperli distinguere rappresenta spesso il primo passo verso la scoperta del punto di unione tra ciò che amiamo fare e ciò che siamo bravi a fare. Perché se riuscite a vedere la possibilità di realizzare un sogno, molto probabilmente potete anche vedere qual è il cammino da seguire per farlo.

Ken Robinson

Foto di blocchi su Unsplash

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