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Non sei. Non hai. Non puoi.

Non ce la farai mai. Non sei come lui o lei. Chi ti credi di essere? Abbassa la cresta, non illuderti. Non hai un titolo di studio, non hai una formazione specifica, non hai sufficienti credenziali.

Non sei. Non hai. Non puoi.

Quante volte questi pensieri ci condizionano la vita? Quanti notti andiamo a dormire con questo tipo di atteggiamento ancora nella nostra testa? E quante mattine facciamo fatica ad alzarci perché quello che dobbiamo fare ha poco o nulla a che fare con ciò che vorremmo realmente fare e che forse ci permetterebbe di cambiare la nostra vita?

Troppe.

Per un gifted, il rischio è che siano infinite.

La dark side di un gifted adulto è un aspetto di cui si parla ancora troppo poco. Eppure, è il terreno fertile di molti degli atteggiamenti auto sabotanti che, nel tempo, diventano una sorta di gabbia mentale da cui uscire sembra sempre troppo difficile.

Chi sei al lavoro?

  • Sei quella che fa tutto alla perfezione, non alza mai la voce, non propone mai nulla anche se ha mille idee perché pensa che, in fondo, chi la dovrebbe ascoltare?
  • Sei difficile da inquadrare per gli HR, perché si, sei adatto a molti ruoli, hai un ottimo curriculum, ma parliamoci chiaro: quel tuo essere così polemico su tutto non ti mette in buona luce vero?
  • Hai studiato per il lavoro che stai facendo e ti sei sudato ogni centimetro di quella scrivania, eppure continui ad avere la smania di cambiare, di trovare qualcosa che sia ancora più adatto a te…ma ti sentirai mai davvero soddisfatto?

Victor Frankl affermò: “Tutto può essere preso da un uomo, tranne una cosa, l’ultima delle libertà umane: scegliere il proprio atteggiamento in una determinata serie di circostanze, scegliere la propria strada”.

Non si tratta di combattere le circostanze in cui siamo a suon di “Non sono d’accordo!” e di “Non ci riuscirò mai, tanto vale lasciar perdere!”. Non si tratta proprio di combattere.

Si tratta di accettare ciò che c’è in quel preciso momento e il come ci si sente rispetto a quel momento. E poi di cominciare a chiedersi: cosa posso fare di diverso ora, in questo preciso istante? Quali pensieri cambierebbero il mio stato vitale, adesso?

Chiedi aiuto

Se siamo talmente infelici da non riuscire a fare un passo in avanti in questo senso, allora abbiamo bisogno di un aiuto specifico. E vi prego, chiedetelo! Nessuno può farcela da solo, ma soprattutto nessuno deve farcela da solo.

Chiedere aiuto è un atto di coraggio, di volontà di vivere meglio di come si sta vivendo in quel momento, e spesso è il solo atto che una persona riesce a fare. Non vi rende diversi, né peggiori di altri: in realtà, vi rende liberi. Anche se non lo vedete in quel preciso istante, voi siete liberi nel momento in cui riuscite a chiedere un sostegno specifico. Quindi, chiedete aiuto!

Ma per chi invece il solo porsi alcune domande porta come risultato un primo passo fuori dalla nebbia, allora vale la pena proseguire nell’esplorazione.

Le risposte giuste

Tutti quanti noi abbiamo le risposte ai nostri stessi problemi. In realtà, siamo solo noi che abbiamo quelle giuste. A volte emergono quando qualcuno ci aiuta con domande sfidanti e aperte al cambiamento, altre volte possiamo trovarle da soli. Non è il come, ma il fatto che queste risposte ci appartengono che fa la differenza.

Nella mitologia buddista, vi è una parabola che racconta di un uomo molto povero che un giorno viene accolto e sfamato da un amico benestante. Alla fine della serata, cade addormentato, e l’amico, in procinto di partire per affari, non volendo svegliarlo gli cuce all’interno della veste che indossa un gioiello, così da dargli la possibilità di barattarlo e cambiare la sua vita.

Al suo risveglio, però, l’uomo povero non si accorge di nulla e riprende il suo pellegrinare, continuando a condurre una vita poverissima. Quando, tempo dopo, l’amico benestante lo incontra nuovamente, si stupisce e si rammarica di trovarlo ancora così povero, rendendosi conto che non si era mai accorto del gioiello nella veste, che infatti è ancora al suo posto. La scoperta, ovviamente, rende l’uomo povero molto felice: ora ha la possibilità di vivere una vita felice.

Questa storia mi insegna che il gioiello di inestimabile valore lo abbiamo tutti, metaforicamente. Ed è proprio la capacità innata di credere in noi stessi e di sapere cosa è meglio per la nostra vita.

Capacità che può essere affinata, migliorata, sostenuta, ma che non va acquisita, come molti pensano. E fateci caso: quanto cambia la prospettiva già rendersi conto che fuori da me non c’è nulla che io non abbia già? E che quello che posso invece andare a cercare è qualcosa o qualcuno che mi aiuti a rafforzare e consolidare ciò che già possiedo? 

“La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri”.

Marco Aurelio

Sei arrivato fin qui e qualcosa ti ha risuonato dentro, ma continui a pensare che per te sarebbe davvero troppo difficile cambiare? Ti sfido! Prenota la tua sessione discovery e vediamo quanto ci metti a cambiare idea su di te!

(Foto di Tim Gouw su Unsplash)

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