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La vulnerabilità è utile?

La vulnerabilità è utile

Qualche giorno fa è uscito su IlSole24 un articolo molto interessante sulla vulnerabilità come una soft skill da coltivare (questo il link: https://www.ilsole24ore.com/art/la-vulnerabilita-non-solo-azienda-e-soft-skill-coltivare-ACKIdvO?utm_term&;#61;Autofeed&utm_medium&;#61;LISole24Ore&utm_source=LinkedIn#Echobox&;#61;1574695608 ) che mi ha suscitato delle #riflessioni.

Essere #vulnerabili significa far entrare il mondo dentro di sè quasi senza nessun filtro. In questo senso, quindi, dare modo agli #ipersensibili di imparare come definire e gestire i contorni del proprio specifico sentire permette di creare #connessioni e #produttività a diversi livelli.

Quella inflessibile #rigidità nel seguire le prassi che può nascondere il timore del #fallimento; quell’irrefrenabile voglia di dire la propria sul cliente nuovo che non convince ma #nonsapere come dirlo e per questo temere di non essere presi in considerazione; l’#intuizione che potrebbe migliorare l’efficacia di un progetto ma “sono solo un tecnico, decidono i capi”.

Si può imparare ad essere #felicementeipersensibili dandosi valore e spazio, decidendo di essere liberi di scegliere (#azione) di volta in volta invece che obbligarsi a reprimersi costantemente (#reazione).

Un po’ come se immaginassimo una porta che ha, però, una sola maniglia ed è dalla nostra parte. Ecco che scegliere il cosa lasciar entrare, il quando e il come può farlo diventa potente manifestazione del proprio #talentoemotivo.

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