
Nelle mie due o tre vite precedenti di questa esistenza, lo confesso: non ho mai avuto passione per il fallimento. L’idea di non essere perfetta, di non saper fare le cose alla perfezione non mi ha mai consolato. Anzi.
Tendere alla perfezione è una caratteristica dei gifted che mette molto in difficoltà genitori e insegnanti, perché implica una chiusura alla possibilità di altro e una rigidità al cambiamento estremamente invasiva. Ed emotivamente è trincea e scontri epocali.
Nel tempo si entra in un loop che lentamente modifica i ragionamenti e la percezione su ciò che viene fatto, su come viene fatto e sul proprio valore sociale e professionale.
Quello che si perde non è tanto il comprendere che, salvo in caso di azioni chiaramente criminali, fallire non è un atto definitivo né una lettera scarlatta incisa sulla fronte. Quello che si perde è la libertà.
Di sperimentare. Di verificare. Di conoscere i propri reali limiti e di scegliere se, come e quando superarli. Di avere una possibilità fatta di obiettivi, qualcuno talmente pazzo da far tremare le vene ma comunque pur sempre concretamente raggiungibile.
🌟Chi diventeresti se ti dessi la libertà di fallire?
“Più me.” F., 11 anni, mentre disegna per la prima volta un robot di sua invenzione.