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Di acqua e pane e 62.500 bambini

Di acqua e pane e 62.500 bambini

Quando avevo l’età dei bambini alle elementari, ho imparato alcune delle lezioni più fondanti della mia vita.

Ad esempio, che anche una ragazzina può giocare con i maschi e costruire con loro una casa sugli alberi. E caderci. E farsi male. Ma che questo non spostava di un millimetro il piacere del gioco condiviso.

Poi ho imparato che mi piaceva cantare, quando facemmo il coro tutte le classi insieme in un fine anno scolastico. Prima non lo sapevo, dopo si. Perché ci hanno applaudito. E io non avevo steccato, quindi per queste due cose ero brava davvero.

E ho imparato che non sempre gli adulti sanno aver cura dei piccoli il giorno in cui, all’esame di quinta, la mia maestra mi volle regalare un simpatico gesto di affetto, strattonandomi l’unico orecchio infiammato dal mal d’orecchi (sob!).

Le emozioni lasciano traccia.

Le emozioni gioiose una traccia più alta ma più veloce, giusto il tempo necessario affinché ne rimanga il sapore. Per farcelo ricercare ancora e ancora.

Mentre quelle dolorose sono come un motore a basso regime e borbottante in sottofondo, affinché ci si ricordi molto bene da cosa scappare o verso cosa non andare. Ad esempio, una maestra decisamente poco attenta!!!

Del video che vi condivido, ogni parola della Dr.ssa Lucangeli (potete trovare tutte le informazioni su di lei on line, io posso sono aggiungere che la trovo straordinaria nel suo essere una scienziata di profonda umanità) permette un breve ma reale e intenso viaggio nelle emozioni. Di adulti e bambini. Perché è vero che come esseri umani, non c’è differenza quando proviamo emozioni. Ma c’è invece quando gli adulti agiscono per rafforzare o demolire l’autostima dei bambini.

Quando concedono ai propri figli e ai propri studenti la possibilità di sbagliare e di sapere che sono bravi anche (e soprattutto) nel momento dell’errore. Quando quel “bravo” permette di far girare diversamente la loro percezione della vita. E la vita di almeno tre generazioni future (e detto tra noi, io ci investirei un po’ di attenzione su questa informazione).

Nella parte finale del video, la Dr.ssa Lucangeli racconta di Anselmo. Un bimbo Asperger ad altissimo potenziale cognitivo (altro termine per definire la plusdotazione).

Per il lavoro che ho la fortuna di fare anche con ragazzi e bambini gifted e per la mia formazione continua so di cosa parla. Conosco, anche se non per esperienza diretta, la realtà di un bimbo così speciale. E malgrado tutto, non ho potuto trattenere le lacrime al suo racconto. Perché più si è fortemente accesi alla vita e più un’emozione può letteralmente bucare l’anima. Ma una cioccolata calda e la conferma di poter gestire l’ansia attraverso un rito a cui viene dato spazio possono modificare alla stessa profondità il proprio esistere. Anche di un bimbo che da solo ha lasciato potenzialmente il segno in quella di 62.500 bambini.

Ah! Dimenticavo! C’è un’altra cosa che ho imparato da piccola. Le parole di mia madre nei nostri lunghi pomeriggi a cercare lei di farmi imparare la matematica mentre io non facevo che ripetermi che tanto non ce la potevo fare (la mia maestra era un tipo simpatico non trovate?!).

“Nulla è impossibile”.

Quelle parole mi hanno permesso, assieme alla complicità di altre figure educative potenti e rinforzanti che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita scolastica, di portare Fisica all’esame di maturità (sembravo una miracolata alla luce delle pagelle degli anni precedenti!), di essere ciò che sono oggi e di poter dire ai “miei” ragazzi, ogni volta che le emozioni diventano troppo forti e non credono di potercela fare, che “nulla è impossibile”.

Sopratutto per loro.

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